Il Tribunale di Monza riconosce i diritti dei lavoratori ex Bames
I sindacati: “Avevamo ragione, ora attendiamo con fiducia l’esito del secondo processoâ€

Angela Mondellini, segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza
Il Tribunale di Monza ha condannato a 4 anni e 8 mesi Selene e Massimo Bartolini per la bancarotta fraudolenta della ex società Bames-Sem, fallita nel 2013, riconoscendo anche un risarcimento per danno morale di 5.000 euro a ciascun lavoratore che si era costituito parte civile: in pratica, circa 70 dipendenti. Questa la sentenza emessa nei confronti dei due imputati che avevano chiesto il rito abbreviato, in attesa del secondo processo che si pronuncerà sul patron della società , Vittorio Romano Bartolini, e sugli altri 7 imputati.
Una lunga storia giudiziaria che non ha ancora visto la sua conclusione definitiva, ma che oggi può segnare un punto a favore delle lavoratrici e dei lavoratori che da anni lottano per il riconoscimento dei propri diritti contro una gestione aziendale fraudolenta. Distrazione di fondi per decine di milioni di euro e 480 persone rimaste senza lavoro: il bilancio della bancarotta Bames-Sem è di quelle che colpiscono pesantemente l’economia di un territorio e, con esso, il destino delle lavoratrici e dei lavoratori.
Soddisfatti per questo primo risultato Gigi Redaelli e Angela Mondellini, all’epoca rispettivamente segretari generali di Fim Cisl e Fiom Cgil: “Un esito che ripaga le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori e conferma la bontà dell’intuizione che avevamo avuto come sindacato di insistere per chiedere di fare luce sulle responsabilità di coloro che hanno creato le condizioni del fallimento della società e della bancarotta fraudolentaâ€.
“Il caso era stato sollevato da Cgil e Cisl con le rispettive categorie dei metalmeccanici grazie a uno studio indipendente finanziato dai lavoratori – ricordano Redaelli, ora in pensione, e Mondellini, attualmente segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza – che ha dimostrato, tra le altre cose, che i soldi che dovevano servire come investimento non c’erano più e, pertanto, erano stati distratti rispetto agli obiettivi aziendali con il conseguente fallimento della società â€.
“Avevamo ragione noi, dopo sette anni di battaglie le nostre ragioni sono state riconosciute – continuano –. Aspettiamo con fiducia l’esito del secondo processoâ€.
“Ci avevamo visto giusto – sottolineano Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil di Monza e Brianza, e Enrico Vacca della Fim Cisl Brianza –, ora chiediamo che sia fatta giustizia fino in fondo per i lavoratoriâ€.
La rilevanza della sentenza è stata evidenziata anche dagli avvocati che hanno seguito il caso per conto delle organizzazioni sindacali: “Una sentenza importante sul piano giuridico – sottolineano i legali Stefano Pelizzari e Roberto Scisca – perché non è usuale il risarcimento ai lavoratori in caso di condanna per bancarotta fraudolentaâ€.